I miracoli di Gesù

(094)

L'epilettico guarito (349.11 - 349.12 - 349.13)

" ........Ecco il padre che viene a pregarti. Ascoltalo."
Un uomo infatti viene avanti supplichevole, e si inginocchia davanti a Gesù rimasto sul prato in pendenza, in modo che è più alto della via di almeno tre metri e ben visibile a tutti, perciò.
"Maestro" gli dice l'uomo, "io venivo a Cafarnao con il figlio mio, per cercare Te. Te lo portavo l'infelice figlio mio perchè Tu lo liberassi, Tu che cacci i demoni e guarisci ogni malattia. Egli è preso spesso da uno spirito muto. Quando lo prende egli non può più che fare gridi rochi, come una bestia che si strozza. Lo spirito lo butta a terra, ed egli là si rotola digrignando i denti, spumando come un cavallo che morda il morso, e si ferisce o rischia di morire affogato o bruciato, oppure sfracellato, perchè lo spirito più di una volta lo ha buttato nell'acqua, nel fuoco, o giù dalle scale. I tuoi discepoli ci si sono provati, ma non hanno potuto. Oh! Signore buono! Pietà di me e del mio fanciullo!"
Gesù fiammeggia di potenza mentre grida: "O generazione perversa, o turba satanica, legione ribelle, popolo dell'Inferno incredulo e crudele, fino a quando dovrò stare a contatto con te? Fino a quando ti dovrò sopportare?" E' imponente, tanto che si fa un silenzio assoluto e cessano i sorrisi degli scribi.
Gesù dice al padre: "Alzati e portami qui tuo figlio."
L'uomo va e torna con altri uomini, al centro dei quali è un ragazzo sui dodici - quattordici anni. Un bel fanciullo, ma dallo sguardo un poco ebete, come fosse sbalordito. Sulla fronte rosseggia una lunga ferita e più sotto biancheggia una ferita antica. Non appena vede Gesù che lo fissa con i suoi occhi magnetici ha un grido roco e un contorcimento convulsivo di tutto il corpo, mentre cade a terra spumando e rotando gli occhi, di modo che appare solo il bulbo bianco, mentre si rotola per terra nella caratteristica convulsione epilettica.
Gesù viene avanti qualche passo per giungergli vicino e dice: "Da quando gli avviene ciò? Parla forte, che tutti sentano."
L'uomo, urlando, mentre il cerchio della folla si restringe, e gli scribi si mettono più in alto di Gesù per dominare la scena, dice: "Fin da bambino. Te l'ho detto: spesso cade nel fuoco, nell'acqua, o giù dalle scale e dagli alberi, perchè lo spirito lo assale all'improvviso e lo scaraventa così per finirlo. E' tutto pieno di cicatrici e di bruciature. Molto è se non è rimasto accecato dalle fiamme del focolare. Nessun medico, nessun esorcista, neppure i tuoi discepoli lo hanno potuto guarire. Ma Tu, se, come credo fermamente, puoi qualche cosa, abbi pietà di noi e soccorrici."
"Se puoi credere così, tutto mi è possibile, perchè tutto è concesso a chi crede."
"Oh! Signore, se io credo! Ma se ancora non credo a sufficienza, aumenta Tu la mia fede, perchè sia completa e ottenga il miracolo" dice l'uomo piangendo inginocchiato presso il figlio più che mai in convulsione.
Gesù si raddrizza, si tira indietro due passi, e mentre la folla più che mai stringe il suo cerchio, grida forte: "Spirito maledetto che fai sordo e muto il fanciullo e lo tormenti, Io te lo comando: esci da lui e non rientrarvi mai più!"
Il fanciullo, pur stando coricato al suolo, fa dei balzi paurosi, puntando testa e piedi ad arco, e ha gridi disumani, poi, dopo un ultimo balzo, nel quale si rivolta bocconi battendo la fronte e la bocca su un masso emergente dall'erba che si fa rossa di sangue, resta immoto.
"E' morto!" gridano in molti.
"Povero fanciullo!", "Povero padre!" compiangono i migliori.
E gli scribi, ghignando: "Ti ha servito bene il Nazareno!", oppure: "Maestro, come è? Questa volta Belzebù ti ha fatto fare brutta figura...." e ridono velenosamente.
Gesù non risponde a nessuno. Neppure al padre, che ha rivoltato il figlio e gli asciuga il sangue dalla fronte ferita e dalle labbra ferite, gemendo, invocando Gesù. Ma si china, il Maestro, e prende per mano il fanciullo. E questo apre gli occhi con un sospirone, come se si destasse da un sonno, si siede e sorride. Gesù lo attira a Sè, lo fa alzare in piedi, e lo consegna al padre, mentre la folla grida di entusiasmo, e gli scribi fuggono, inseguiti dalle beffe della folla...